Potrà sembrare piccolo, ma è sicuramente franco e autentico. Sono pochi i musei che fanno piangere i visitatori. Il museo del tunnel di Sarajevo è tra uno di questi. Durante la guerra, il tunnel collegava la città assediata di Sarajevo con un’altra e molto più estesa parte del territorio bosniaco, passando al di sotto dell’area neutrale dell’aeroporto istituita dalle Nazioni Unite, che permise alle riserve alimentari e agli aiuti umanitari di raggiungere la città e alla popolazione di fuggire. Il tunnel fu una delle principali vie per oltrepassare l’embargo internazionale di armi. Oggi, solo circa 20 dei 700 metri di lunghezza originale sono accessibili ai visitatori, ma anche questa piccola distanza percorsa dal visitatore, che cammina accovacciato respirando l’aria umida e rarefatta del tunnel, può dare una chiara idea di come sarebbe percorrerlo per intero. Il museo vero e proprio è all’interno di una delle due case che si trovano nei punti di ingresso e uscita del tunnel. Oltre a cimeli di guerra, i visitatori possono vedere alcuni filmati sull’assedio della città, sulla costruzione e il funzionamento della galleria. Di solito il video viene riprodotto in silenzio, interrotto solo dal respiro dei visitatori che guardano gli spari nel cielo di Sarajevo che si scagliano sugli edifici, la Biblioteca Nazionale in fiamme, soldati e civili che si fanno strada attraverso quel salvavita sporco e legnoso. Commovente, memorabile, da non perdere.